Durante il mese di giugno mi sono cimentata nell’impresa di
scrivere un racconto per un concorso letterario
a tema viaggio. Il concorso in
questione era “Professione viaggiatore”
ed era indetto da Idrovolante Edizioni. Gli scritti selezionati sarebbero stati
inseriti in una raccolta, che sarebbe stata pubblicata a luglio.
Erano i primi di luglio quando arrivò la mail che mi
informava che il mio racconto era stato scelto. Quasi non ci credevo. Io,
quella a cui era stato sempre detto che non sapeva scrivere, avevo scritto un
racconto che sarebbe stato pubblicato. Io ero tra quei 30 autori prescelti per
la raccolta Professione viaggiatore.
Ho avuto il piacere di interagire, seppur telematicamente,
per tramite della curatrice Linda Lercari, con gli altri autori. Sono stati
tanto gentili e disponibili da dedicare un po’ di tempo a rispondere a qualche
domanda inerente le passioni che ci accomunano: il viaggio e la scrittura. È
stato come guardare in un caleidoscopio, fatto di tante piccole sfaccettature
di colori diversi, tutte raccolte sotto l’ombrello di Professione viaggiatore.
Ognuno ha la sua storia, il suo fuoco sacro che lo spinge a viaggiare, sia che si tratti di un viaggio reale o immaginario, fisico o spirituale. Ci sono quelli per cui viaggiare vuol dire scoprire, immergersi in culture completamente diverse e sconosciute; chi lo interpreta come una ricerca di libertà, di incontro, di nuove avventure. Tra di noi ci sono viaggiatori alla ricerca di sé stessi, che colgono il viaggio come una sfida per raggiungere la propria indipendenza, per crescere, per ritrovarsi; c’è chi viaggia per sfuggire alla quotidianità oppure per conoscere le bellezze che l’arte e la storia offre. Leggendo le risposte che gli autori mi hanno mandato ho trovato che esiste un comune denominatore che ci accomuna un po’ tutti: nessuno percepisce il viaggio come mero spostamento o solo come visitare un luogo lontano. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che ci sfugge, la ricerchiamo con tutte le nostre forze e il viaggio è quell’occasione che aspettiamo per poterla afferrare.
Quando io ho trovato il concorso indetto da Idrovolante
Edizioni sono stata attraversata da un fiume di pensieri. In quel periodo stavo
cercando di capire come affacciarmi al mondo dell’editoria di viaggio e stavo cercando un “qualcosa” che mi
dicesse: “Ecco, devi fare questo!” Per me quel qualcosa è stato il concorso letterario.
Pensiero numero 1: “Ma sembra fatto apposta per me! Lo devo fare!”” Pensiero
numero 2: “Va be’, ma figurati se scelgono il mio racconto. Mi hanno sempre
detto che scrivo male…” Pensiero numero 3: “E se invece andasse bene? Dai,
partecipo! Alle brutte non ho perso niente.” Quando mi sono confrontata con gli
altri autori ho scoperto che, chi più chi meno, tutti abbiamo avuto pensieri
simili. C’era chi era un po’ più navigato in ambito editoriale, ma un po’ tutti
l’abbiamo considerato un’occasione: per confrontarsi, per esplorarsi, per
mettersi alla prova, per sperimentare il viaggio in maniera differente, per
fondere la passione per la scrittura con quella del viaggio, celebrando questo
connubio.
Ci siamo lasciati ispirare. Alcuni di noi si sono tuffati nel
proprio passato per rivivere e poi mettere nero su bianco immagini, ricordi,
emozioni, suoni e profumi; altri hanno fatto un viaggio nella storia o in un
ipotetico futuro, immaginando di esplorare non solo un altro luogo, ma anche un
altro tempo.
La parte più intrigante e complessa, forse, è nel messaggio
che ognuno di noi ha voluto trasmettere con i racconti presentati. Abbiamo, a
modo nostro, cercato di far capire ai nostri lettori qualcosa che per noi è
stato significativo: un’esperienza, una rivelazione, una consapevolezza. In
questa raccolta ci sono racconti che parlano di bellezza, di
inquietudine/fascino per l’ignoto, di accoglienza scevra da stereotipi e
pregiudizi, che esortano a cogliere le occasioni quando si presentano, che
invitano a non rimandare, che invitano a riflettere su quanto sia bella la
collaborazione tra culture diverse, che leggono il viaggio come esteriore, ma
anche e soprattutto interiore, che mettono in luce l’inquietudine e lo
spaesamento a cui alcune situazioni reali possono portare, che mostrano il
mondo da prospettive inaspettate.
La cosa più bella che mi potesse capitare è stata poter
interagire in qualche modo con gli altri autori. Leggendo le risposte che mi
hanno mandato, non sono più stati solo dei nomi accanto a dei titoli, ma si
sono trasformati immediatamente in persone, che hanno scelto di aprirsi un po’
con me, con qualcuno che per loro non è molto più di una sconosciuta. Ringrazio
infinitamente loro e Linda Lercari e Nadia Finotto per l’opportunità che mi hanno
regalato, permettendomi di conoscerli e di aver vissuto per un po’ il viaggio
attraverso le loro parole e il loro punto di vista.
Grazie per aver contribuito a questo post a:
Massimiliano Andreoni
Sofia Basso
Barbara Bonet
Santina Carbonaro
Rosanna Carletti
Emanuelel Cavarra
Margherita Ciociano
Marco del Ciello
Antonella Diegoli
Giulia Felicioni
Nicola Frontori
Gaetano Gaziano
Grazia Geiger
Alessandra Leonardi
Marisa Laura Levra Levron
Cinzia Milite
Alida Pellegrini
Pierluigi Perencin
Marco Perna
Eleonora Protopapa
Marcella Ricci
Pina Rinaldi
Cristiano Ruzzi
Alberto Sartoni
Rosa Speranza
Manuela Spinella
Alex Venuto
Silvia Vercesi
Paola Viezzi
Ora ti lascio al video dove tutti noi prenderemo la parola e ti parleremo in modo più dettagliato dei nostri racconti.
Buon viaggio!
Bello!
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