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Folclore popolare: la figura del Laùro



L'incubo Laùro - Going for a Walk


Il folclore è la saggezza popolare tramandata di generazione in generazione. Rappresenta l’insieme di tradizioni e di credenze che caratterizzano un popolo, tanto da diventare il simbolo di una regione in particolare. Pensa, per esempio, ai Leprecauni per l’Irlanda: sono una parte imprescindibile nell’immaginario collettivo di questa nazione e della sua cultura. Eliminando i folletti taglieremmo via una fetta importante dell’identità della terra color smeraldo.

Molto spesso le conoscenze tramandate oralmente, che sono entrate a far parte del patrimonio folcloristico di un luogo, erano un modo per dare un’interpretazione “plausibile” a qualcosa di sconosciuto e che la tecnologia del tempo ancora non riusciva a spiegare. Col tempo e l’avanzare della scienza queste credenze hanno perso il loro compito originario, per diventare qualcosa di affascinante, misterioso e, in alcuni casi, divertente. Soprattutto, però, sono qualcosa di cui non riusciamo a fare a meno, che ci ricordano, seppur in modo indiretto, le nostre origini.


Oggi ti voglio parlare di folclore pugliese.  Ti “mostrerò” una creatura che può essere un alleato o un incubo, un folletto, uno spiritello che, leggenda vuole, sia legato alla casa, se non proprio alla famiglia che la abita. Oggi ti parlo del Laùro.

Ogni zona della Puglia lo chiama con nomi diversi: nel barese è conosciuto col nome di Schezzamurid o nel foggiano Scazzamurill; in Salento viene chiamato Laùro, Laurieddhu in dialetto. Ma cos’è il Laùro? È un folletto, come ti dicevo prima, legato alla casa o a una famiglia in particolare: nel primo caso, se la famiglia volesse liberarsi del Laùro, le basterebbe cambiare casa; nel secondo non c’è scampo e se la famiglia dovesse lasciare la casa, il Laùro la seguirà. Dato il suo legame specifico con l’ambiente domestico, si pensa che l’idea di questa creatura derivi dai Lares Familiares, cioè i custodi della famiglia e del focolare venerati in epoca romana. Come al solito i tempi cambiano, le cose si evolvono, ma le credenze rimangono sostanzialmente le stesse. Un’altra superstizione intorno alla figura del Laùro era legata all’alta mortalità infantile del passato: si credeva infatti che si trattasse degli spiriti di bambini morti non battezzati, che assumevano questa forma per rimanere vicino alla famiglia.

Cosa fanno? Dipende. Prima di tutto chiariamo che si presentano solo di notte, verso l’alba, e possono avere buone intenzioni o diventare dispettosi o addirittura cattivi. Nel primo caso possono essere di grande aiuto nei lavori di casa, nella cura degli animali domestici (stiamo parlando di un periodo in cui i beni più preziosi erano il bestiame e i cavalli), mungendoli, strigliandoli o nutrendoli. Sono dei veri e propri aiutanti. Se invece le loro intenzioni non sono delle migliori, il loro scopo è creare danni, nascondendo oggetti, rompendo capasoni (dei grandi recipienti in cui si conservavano gli alimenti, in genere olio) o facendo trecce alle criniere dei cavalli, talmente arruffate da non avere la possibilità di scioglierle. A quel punto l’unica soluzione possibile è tagliarle, altrimenti l’animale sarebbe condannato a una possibile morte durante la notte.

Altro dispetto, forse il più conosciuto e che si ricorda facilmente parlando del Laùro, è quello di sedersi sul petto degli abitanti della casa durante il sonno, impedendo loro di respirare. In questa caratteristica è molto simile alla figura dell’Incubo, quell’essere soprannaturale che sedendosi sul petto di una persona addormentata crea un senso d’ansia e angoscia che porta il malcapitato a non respirare e svegliarsi di soprassalto. Se può interessarti, un’immagine di forte impatto, che secondo me rappresenta al meglio non solo la situazione, ma anche il senso di angoscia, è il quadro di Johann Heinrich Fuessli intitolato L’Incubo, appunto.

L'incubo Laùro - Going for a Walk

Ma torniamo al nostro Laùro. Nel mio paese, Massafra, in provincia di Taranto, viene chiamato Avurje. Quando ero piccola fra noi ragazzini di tanto in tanto lo si nominava un po’ per gioco, per spiegare cose strane con cui ci si svegliava al mattino, come per esempio lividi o graffi. L’Avurje può fare anche quello! Ovviamente non si pensava all’ipotesi di essersi accidentalmente graffiati muovendosi durante il sonno… no, era stata l’Avurje. Ah, giovani menti innocenti!

La cosa più importante, che ancora non ti ho detto, è che però c’è un modo per evitare di essere vittima della cattiveria dell’Avurje. Quando lo spiritello si siede sul malcapitato, impedendogli di respirare, ovviamente, come con l’Incubo, questi si sveglia di soprassalto. A questo punto possono succedere tre cose: la prima è che, con il suo aspetto spaventoso, l’Avurje può terrorizzare il poveretto; con la seconda  l’Avurje sparisce prima che la sua vittima possa fare qualcosa; come ultima opzione, l’ormai non più dormiente sfortunato ha la prontezza di catturare l’Avurje e quella è l’occasione per trasformare un dispetto in una grande fortuna. Può, infatti, costringere l’Avurje a indicargli il nascondiglio del suo tesoro in cambio della sua libertà. Attenzione però! Alla domanda “Vuoi cocci o vuoi soldi?” bisogna rispondere “cocci” se si vogliono i suoi soldi, altrimenti arriveranno i cocci al posto dei soldi sperati. Ricordiamoci che chi ci fa la fatidica domanda è uno spiritello dispettoso!

La credenza nell’esistenza in questa creatura, che disturba il sonno, può essere ricondotta a un tentativo di spiegare i fenomeni come la paralisi nel sonno o la sindrome della morte in culla dei neonati, sconosciute al tempo in cui la figura del Laùro era diffusa e radicata nell’immaginario della popolazione.

Si sente nominare ancora l’Avurje di tanto in tanto, come sfottò da parte di persone più anziane, custodi della sapienza popolare, o dai ragazzi che si divertono nel tirare in ballo questi miti, ravvivando quella parte della cultura che vive in noi e crea un senso di appartenenza in ogni popolo.

Ora passo la palla a te! Sono certa che anche da te esiste una creatura simile all’Avurje o al Laùro, uno spiritello, a volte alleato a volte dispettoso, che custodisce la casa e i suoi inquilini.  Raccontamelo nei commenti!  
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Popular Folklore: the Figure of the Laùro

The Nightmare Laùro - Going for a Walk

Folklore is the popular wisdom passed down through the generations. It represents the ensemble of traditions and beliefs that characterises a people, so much to become the symbol of a particular region. For example, think about the Leprechauns for Ireland: they are an essential part in the collective imagination of this nation and its culture. Taking apart Leprechauns, we’d cut away an important part of the identity of the emerald-coloured land.

Very often knowledge passed through orally, that is a part of the folkloristic  heritage of a place, was a way to give a “plausible” interpretation to something unknown and that the technology of that time wasn’t able to explain yet. With the passing of time and the advance of science, these beliefs have lost their original task, to become something fascinating, mysterious and, in some cases, fun. Anyways, it’s overall something that we can’t forget and remind us our origins, even though in an indirect way.

Now I want to tell you about Apulian folklore. I’ll “show” you a creature that may be an ally or a nightmare, a brownie, a sprite that, legend says, is linked with the house, if not with the family that lives in it. Today I tell you about the Laùro.

Every area of Apulia calls it with different names: in the area of Bari it’s known with the name of Schezzamurid or in the area of Foggia Scazzamurill; in Salento it’s called Laùro, Laurieddhu in dialect. But what’s the Laùro? It’s a brownie, as I said before, linked with the house or with a family in particular: in the first case, if the family wants to get rid of the Laùro, they just have to change house; in the second case, there’s no escape and if the family change house, the Laùro will follow them. Seen its specific link with home environment, we think that the idea of this creature comes from the Lares Familiares, that is to say the guardians of the family and the home worshipped in roman period. As usual time changes, things evolve, but beliefs stay substantially the same. Another superstition around the figure of the Laùro was linked to the high rate of infant mortality of the past: they thought that it was the spirit of child died unbaptized, who took this form to stay near the family.

What do they do? It depends. First of all, let’s say that they appear just during the night, around dawn, and can have good intentions or become spiteful or even mean. In the first case, they can be very helpful in house works, in domestic animals care (we’re talking about a period when the most precious things were cattle and horses), milking them, grooming them or feeding them. They are really helpful. On the contrary, if their intentions aren’t the best, their aim is to create damages, hiding objects, breaking capasoni (big containers where people stocked food, in general oil) or making braids to the manes of horses, so shaggy that it’s impossible to comb them. At that point, the only solution is to cut them, if not the animal could be condemned to a possible death during the night.

Another aspect, perhaps the most known and easily remembered talking about the Laùro, is that of sitting on the chest of the inhabitants of the house during their sleep, keeping them from breathing. In this characteristic is quite similar to the figure of the Incubus, that supernatural being that sitting on the chest of an asleep person creates a sense of anxiety and anguish that brings the unfortunate not to breath and to wake startled. If you’re interested, an image of strong impact, that I think that represents perfectly not just the situation, but also the sense of anguish, is the painting by Johann Heinrich Fuessli titled The Nightmare.

The Nightmare Laùro - Going for a Walk

But let’s go back to our Laùro. In my town, Massafra, in the province of Taranto, it’s called AvurjeWhen I was a child, with the other children sometimes we named it to joke, to explain strange things with which we woke up in the morning, for example bruises and scratches. The Avurje can do  this, too! Obviously, we didn’t think about the hypothesis of getting scratched accidentally moving during our sleep... no, the Avurje did it. Uh, young and innocent minds!

The most important thing, that I’ve not said yet, is that there’s a way to avoid to be a victim of the Avurje’s wickedness. When the sprite sits on the poor fellow, keeping him to breath, obviously, as for the Incubus, he wakes startled. At that point, three things can happen: the first is that, with its scary aspect, the Avurje scares the poor guy; with the second one, the Avurje disappears before its victim does anything; with the last option, the awaken unfortunate has the readiness to catch the Avurje and that is the opportunity to turn a spite in a great fortune. He can force the Avurje to indicate the hiding place of its treasure in exchange for its freedom. But be careful! To the question “Do you want pieces or money?” you must answer “pieces” if you want its money, on the contrary you’ll receive pieces instead of the money desired. Remember that the one who makes the big question is a naughty spirit!

The belief in the existence of this creature, that disturbs the sleep, may be traced back to an attempt to explain phenomena as sleep paralysis or sudden infant death syndrome, unknown at the time when the figure of the Laùro was spread and established in people imagination.          

We still hear about the Avurje sometimes, as a joke of old people, the guardians of popular wisdom, or by young people who enjoy in bringing up these myths, enlivening that part of culture that lives in us and creates an sense of belonging in every people.

Now it’s your turn! I’m sure that also in your place there’s a creature like the Avurje or the Laùro, a spite, sometimes an ally and sometimes naughty, that guards the house and its tenants. Tell me in the comments!  

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