Incontriamo un famoso prodotto locale della Puglia e del Salento: il vino Primitivo di Manduria. Lo incontreremo nel museo che racconta la sua storia e la sua tradizione, concludendo con una deliziosa degustazione. Visitiamo il Museo della Civiltà del Vino Primitivo di Manduria!
Conosci il vino
Primitivo di Manduria?
Lo so che adesso starai ridacchiando pensando che sia una
domanda sciocca: il Primitivo di
Manduria non ha bisogno di presentazioni, è fra i vini più conosciuti e
apprezzati al mondo. È una delle punte d’orgoglio dell’Italia.
Avresti ragione a rispondermi così, quindi ti faccio un’altra
domanda: quanto conosci il Primitivo di Manduria?
Se dovessi dirti quanto io conoscevo questo vino prima di visitare il Museo della civiltà del vino Primitivo di Manduria, devo ammettere che le mie conoscenze erano molto limitate: un buon vino rosso da accompagnare principalmente con secondi piatti di carne. Sapevo ben poco della sua storia e del consorzio.
Per fortuna c’è il
Museo della civiltà del vino Primitivo di Manduria a diffondere la conoscenza
circa questo prodotto D.O.C. e apre
tutto un mondo nuovo a chi si avvicina al vino Primitivo.
Sono andata a Manduria
apposta per visitare il museo e scoprire qualcosa in più su questo prodotto
locale tanto apprezzato nel mondo.
L’azienda storica dell'Areale Primitivo Manduria DOC
Oltrepassiamo il cancello. Grandi costruzioni, enormi
cisterne, gente che si muove con disinvoltura da una parte all’altra del
complesso. Immagino che espressione spaesata devo avere appena entrata, posso intuirlo
da come mi guarda chi lavora all’interno dell’azienda. Per fortuna ci sono le
indicazioni per il Museo della civiltà
del vino primitivo.
Varchiamo la soglia del museo. Ad accoglierci ci sono Anna Gennari e Katia, la guida che ci accompagnerà alla scoperta del Primitivo di Manduria. Questa è la cooperativa più antica a livello regionale. Nacque nel 1932 e ne fanno parte 400 agricoltori: 400 famiglie che dedicano la propria vita alla produzione dell’uva primitivo.
Verso la terza settimana di agosto cominciano a vendemmiare e
portano le uve qui, in questa struttura, dove vengono selezionate e lavorate
per la produzione del vino. Ti suona strana la vendemmia a fine agosto? Be’, la
varietà primitivo si distingue proprio per la precocità di maturazione, complice
il clima caldo pugliese. D’altronde il nome stesso lo dice: è la prima.
Dell'Areale fanno parte 18 comuni, distribuiti tra le
province di Taranto e Brindisi, di cui Manduria è la capofila.
Il Museo della Civiltà del vino Primitivo di Manduria
La realtà museale nasce nel 2000 e il suo
patrimonio è costituito per lo più da donazioni
fatte dai soci della cooperativa.
La visita al museo consiste in una passeggiata all’interno della storia contadina di questa zona. Si attraversano stanze in cui sono messe a confronto le camere da letto dei contadini poveri e di quelli ricchi, locali in cui sono esposti telai, attrezzature per la produzione casearea, oggetti di uso quotidiano, che fino a non poco tempo fa molti possedevano in casa come, ad esempio, i capasoni, giare dalle dimensioni di una persona, che venivano riempite di vino per un 90% e olio per il restante 10%: l’olio serviva a impedire all’aria di entrare e ossidare il vino, che era spillato dalla parte inferiore del capasone.
Poi si passa al patrimonio più specificatamente legato alla produzione del vino. Ecco che in una stanza sono esposti esemplari di presse e pompe, dai primi esempi azionati a mano a quelle più moderne, macchinari per l’imbottigliamento.
È stato bellissimo incontrare anche la
stanza dove il primitivo è a riposo nei barriques: si tratta del Primitivo
riserva 2018. Katia ci spiega che per una riserva è previsto un tempo di sosta
in cantina di 2 anni, di cui 9 mesi in legno. Questo che vediamo è quasi
arrivato al termine di maturazione per poi essere imbottigliato. Fa un certo
effetto vedere tante botti sistemate meticolosamente e sapere che all’interno custodiscono
un gustoso tesoro.
La cosa più suggestiva, che secondo me ha del geniale, è il dove è stato allestito il museo. Per visitarlo si scende al piano inferiore per entrare in dei locali scavati nella roccia: si tratta delle vecchie cisterne dove veniva conservato il vino. Sono 30 cisterne, ora collegate tra loro, ma una volte erano tutte chiuse e separate l’una dall’altra, che venivano riempite di vino da un’apertura posta sul soffitto (o sul pavimento, se consideriamo il punto di vista di chi le riempiva). Ebbene sì, erano delle stanze colme di vino sfuso.
Risalgono a quando il vino Primitivo non aveva ancora raggiunto la sua fama, il consorzio ancora non era nato e non c’era la denominazione di origine controllata. Fino agli anni ’70 il vino primitivo era considerato solo un vino da taglio, che doveva conferire alcool e colore ad altri vini e in genere il primitivo non veniva neanche nominato in etichetta. La produzione era orientata più alla quantità che alla qualità.
A partire dagli anni ’80 c’è stata un’inversione di rotta, che ha portato il vino primitivo a essere riconosciuto in tutto il mondo: l’attenzione non è più puntata sulla produzione di grandi quantità, ma su quella di un prodotto di qualità.
Usciamo dal museo e risaliamo le scale per scoprire che siamo
dalla parte opposta della stanza da cui la visita è iniziata. Quel labirinto di
vasche occupa tutto lo spazio sottostante del locale che accoglie la vendita
del vino. Ora è il momento della degustazione.
La degustazione
Prima di venire qui non avevo mai avuto il piacere di
partecipare a una degustazione di vini.
Ammetto che questa potrebbe essere stata la parte della visita che destava
maggiormente la mia curiosità. Vivendo in provincia di Taranto, il consumo di
vino primitivo di Manduria per me non è una novità. Pensavo di sapere cosa
aspettarmi durante l’assaggio. Non mi sono mai sbagliata così tanto!
Una tavola apparecchiata con 3 calici ci aspetta. Katia distende davanti ai nostri occhi il depliant con i vini della cantina: “Cosa volete provare?” Forse sarò stata indiscreta, ma non ho potuto fare a meno di rispondere: “Siamo qui per conoscere meglio il vino Primitivo… Possiamo assaggiarli tutti?” e Katia mi ha accontentata.
Non avrei mai immaginato di bere diversi vini, dall’antipasto al dolce, tutti a base di primitivo. Abbiamo cominciato con le bollicine di un
prosecco, siamo passati dalle note fruttate di melograno di un rosato che era
una gioia per le papille e per gli occhi, con le sue sfumature rossastre, al
primitivo nella pienezza del suo gusto rotondo e avvolgente per finire con la
sorpresa di un dolce naturale, che secondo me sa di atmosfera di Natale, con le
sue note dolci e speziate, di fichi secchi e cannella.
Questa visita mi ha regalato una percezione completamente nuova sul mondo del Primitivo di Manduria,
sulla sua storia, sulla passione con cui viene prodotto. Quando si parla di
Manduria e dei suoi prodotti tipici, si pensa immediatamente al vino, ma se vuoi
incontrarlo e conoscerlo per davvero, ti consiglio, senza ombra di dubbio, di
venire a trovarlo al Museo della civiltà del vino Primitivo di Manduria.
Il Museo si trova a Manduria in via Fabio Massimo, 19. Per
tutte le informazioni e per le prenotazioni delle visite puoi visitare il
sito web www.museodelprimitivo.it
Ringrazio di cuore Anna Gennari e Katia per averci accolti ed
essere state tanto gentili e disponibili nel guidarci in questo viaggio nella
storia e nella tradizione del vino Primitivo.
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