Passa ai contenuti principali

#unitinerarioalmese: Palermo, tra Oriente e Occidente

Palermo è una città in cui è possibile vedere ovunque l’unione di oriente e occidente, al punto da farmi pensare che questo sarebbe il paradiso per un orientalista. I suoi monumenti hanno uno stile talmente particolare da difficile rendere l’idea dando loro giustizia. Perciò mi affido a Guy de Maupassant, che nel suo Viaggio in Sicilia li descrive così:

Quando si sono visti questi monumenti che appartenenti a epoche e origini diverse, possiedono un medesimo carattere, una natura identica, si può dire che non sono né gotici, né arabi, né bizantini, ma siciliani; si può affermare che esiste un’arte siciliana, uno stile siciliano, sempre riconoscibile, che fra gli stili dell’architettura è certo il più attraente, il più vario, il più colorato, il più ricco d’inventiva.  
Sembrerebbe proprio una meraviglia, eh? E in effetti lo è. Con questo post vorrei proporvi un piccolo itinerario alla scoperta di alcuni dei monumenti più belli e importanti di Palermo, da non perdere soprattutto se siete affascinati dall’Oriente.

Santa Rosalia davanti la Cattedrale

Dunque, partiamo e incamminiamoci lungo via Maqueda direzione Quattro Canti.


# San Cataldo


Prima attrazione che trovate alla vostra destra. Questa chiesetta si fa notare per il suo aspetto: un parallelepipedo sormontato da tre cupole rosse. Risale al XII secolo e il suo interno è piuttosto semplice e spoglio, ma la pavimentazione si accaparrerà la vostra attenzione.

# La Martorana (Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio alla Martorana)


No, non proseguite per via Maqueda, non è ancora il momento. Andate invece alla sinistra di San Cataldo, dove un campanile affiancato da un’altissima palma vi fa dubitare di essere ancora in Italia. Questa è la più famosa e bella chiesa medievale della città. All’interno troverete mosaici bizantini, l’abside normanna e affreschi barocchi, tutti insieme riuniti nello stesso posto perfettamente in armonia. Insomma, mentre altri popoli si facevano la guerra, qui arabi, siciliani e normanni collaboravano per dar vita a questa meraviglia!
Curiosità gastronomica: a Palermo uno dei dolci tipici è la frutta martorana, pasta di mandorle a cui è stata data forma e decorazione di frutti vari. Il suo nome deriva dal fatto che inizialmente questi dolcetti venivano fatti dalle monache della Martorana.

# Fontana Pretoria (o Fontana della Vergogna)

Da Piazza Bellini, dove si trova la Martorana, passiamo alla Fontana Pretoria attraverso un vicoletto. Questa fontana venne acquistata dalla città nel 1573 per superare in bellezza la Fontana di Orione di Messina. Vi state chiedendo perché “della Vergogna”, vero? La spiegazione è semplice e divertente: la fontana è animata da un tripudio di ninfe e tritoni nudi. Quando le monache di San Giuseppe dei Teatini, che si trova proprio di fronte alla fontana, le videro, esclamarono: “Che vergogna!”. Degli amici di Palermo mi hanno detto che per un po’ si è usato persino coprire con dei vestiti le nudità delle divinità svergognate.

# Quattro canti

Riprendiamo via Maqueda e dopo pochi passi eccoci arrivati ai Quattro Canti, incrocio dei due assi principali della città e punto di contatto dei quattro quartieri antichi, Albergheria, Capo, Kalsa e Vucciria. Sulle facciate dei quattro palazzi si possono ammirare statue e fontane rappresentanti re spagnoli, santi e stemmi.

Ora girate a sinistra e imboccate via Vittorio Emanuele. Passeggiando per questa via si incontrano negozietti e botteghe di tutti i tipi.

# Cattedrale di Maria SS. Assunta


A un certo punto spunta alla vostra destra, in tutto il suo splendore, la Cattedrale, una meraviglia di cupole, torri, pennacchi e volte. Davanti al portale principale, nel grande parco, troneggia la statua di Santa Rosalia, patrona della città. Si potrebbe restare ore ad ammirare questa costruzione così particolare, dal sapore quasi magico. Un’atmosfera data dalla fusione di diversi stili, anche qui, ma perfettamente fusi insieme. All’interno ospita la tomba di Federico II e dei re normanni e il tesoro che vanta la bellissima corona di Costanza d’Aragona. Inoltre è possibile visitare i tetti della Cattedrale, anche durante le ore serali. Guardate attentamente il pavimento: è rappresentata una meridiana “a camera oscura” realizzata nel 1801. Su di essa sono raffigurati i segni zodiacali. Alle 12, da una lanterna di una cupola, entra un raggio di luce che colpisce uno dei segni: esso indica la costellazione in cui ci si trova in quel preciso momento dell’anno.

Continuiamo il nostro itinerario e proseguiamo per via Vittorio Emanuele, passando Porta Nuova. Siamo diretti a Palazzo dei Normanni, in cui troveremo la famosa Cappella Palatina, patrimonio dell’umanità.

# Cappella Palatina


Meraviglia dorata che toglie il fiato non appena si varca la porta di questa cappella, altro esempio di unione tra elementi latini e bizantini. Le pareti sono interamente decorate da mosaici rappresentanti vicende del Nuovo Testamento e un immenso Cristo Pantocratore che ha il potere di farvi sentire piccoli piccoli di fronte a tanta immensità.

E con questo siamo giunti alla fine di questo itinerario. Cosa ne pensate?


Commenti

Post popolari in questo blog

La leggenda della fondazione di Taranto

La fondazione di una città fa sempre riferimento alla storia, alle fonti certe, a chi e come è arrivato in un luogo e lì si è stabilito ponendo le fondamenta per un nuovo centro abitativo. Spesso però storie così antiche si mescolano con il fantastico, dando origine a una spiegazione leggendaria alla nascita di una città, come quella che narra di come un uomo arrivato dalla Grecia, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria, di nome Taras sia stato il fondatore spirituale di Taranto .

Folclore popolare: la figura del Laùro

Il folclore è la saggezza popolare tramandata di generazione in generazione. Rappresenta l’insieme di tradizioni e di credenze che caratterizzano un popolo, tanto da diventare il simbolo di una regione in particolare. Pensa, per esempio, ai Leprecauni per l’Irlanda: sono una parte imprescindibile nell’immaginario collettivo di questa nazione e della sua cultura. Eliminando i folletti taglieremmo via una fetta importante dell’identità della terra color smeraldo. Molto spesso le conoscenze tramandate oralmente, che sono entrate a far parte del patrimonio folcloristico di un luogo, erano un modo per dare un’interpretazione “plausibile” a qualcosa di sconosciuto e che la tecnologia del tempo ancora non riusciva a spiegare. Col tempo e l’avanzare della scienza queste credenze hanno perso il loro compito originario, per diventare qualcosa di affascinante, misterioso e, in alcuni casi, divertente. S oprattutto, però, sono qualcosa di cui non riusciamo a fare a meno, che ci r

Storie di umanità nei conflitti mondiali: il Museo Civico di Manduria

  Immergiamoci nella storia moderna di Manduria e scopriamo come da una guerra possono nascere storie di collaborazione tra popoli di diversa lingua e cultura. Visitiamo insieme il Museo Civico di Manduria. Ti ho parlato spesso di Manduria in questo blog: ti ho accompagnato per le strade del suo centro storico , ci siamo immersi nella sua storia alla scoperta dei Messapi , abbiamo gustato il suo vino amato nel mondo , ti ho mostrato la bellezza del suo mare e delle sue meraviglie naturali . Oggi torno a parlarti della città del vino Primitivo per guidarti in un altro luogo custode della memoria dei manduriani. Ti porto a scoprire il Museo Civico di Manduria dedicato alla Seconda Guerra Mondiale. Read in English