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Il turismo culturale è sostenibile?

 

Cos'è il turismo culturale? In cosa consiste? E rientra tra le forme di turismo sostenibile? In questo post cerchiamo di dare una risposta a queste domande e capiamo di cosa si parla quando si dice "turismo culturale".

Degustazione di vini al Museo della Civiltà del vino Primitivo di Manduria


Se ti sei mai soffermato a leggere la mia bio di Instagram, ti sarai accorto che alla seconda riga c’è scritto Cultural & Sustainable travel, cioè viaggio culturale e sostenibile. Vista così potrebbe far pensare che turismo culturale e sostenibile siano due cose diverse, che mi occupo sia di turismo culturale che di quello sostenibile. Ma non è esattamente così e con questo post voglio analizzare con te il turismo culturale e rispondere alla domanda: il turismo culturale può essere sostenibile? (spoiler: sì. Se vuoi leggere direttamente perché lo è, vai all’ultimo punto).

Cominciamo subito e cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando.


Cos’è il turismo culturale?

Partiamo dalle basi e rispondiamo a questa domanda tanto semplice quanto fondamentale. Il termine culturale non ci deve ingannare e far pensare che si tratti di qualcosa che si rivolge solo agli amanti dell’arte e della cultura per così dire “alta”. Quando si parla di turismo culturale ci si riferisce alla cultura a tutto tondo, a tutte le sue forme. Si intendono tutte quelle attività che portano il visitatore a vivere un luogo nella sua autenticità, ricercando l’identità culturale del posto. In questo senso, quindi, ci si riferisce, sì all’arte, ma anche alla storia, alla scienza, all’ambiente, alle tradizioni e agli stili di vita: tutto ciò che individua e racconta non solo il luogo, ma anche il popolo che vi abita, scoprendo che è proprio la cultura, intesa nel suo significato più ampio e anche antropologico, a modellare l’identità delle persone.

Scena del Torneo dei Rioni di Oria


Questo tipo di turismo offre al turista l’occasione di vivere esperienze multisensoriali, che lo coinvolgano attivamente, facendolo immergere completamente nelle atmosfere locali e suscitandogli emozioni che difficilmente proverebbe se avesse un approccio più distaccato e più  simile a quello di uno spettatore esterno. Una volta terminato il viaggio, tornerà a casa non solo con un bagaglio di nuove storie da raccontare, ma anche arricchito di una maggiore consapevolezza verso gli aspetti socio-culturali e gli stili di vita che ha appreso dal popolo locale con cui ha vissuto quelle esperienze.

Chi sono i turisti culturali?

I turisti culturali si caratterizzano per un diverso approccio nei confronti del viaggio e del luogo che stanno per visitare. Vedono nel viaggio non tanto un momento per rilassarsi, ricaricarsi, il cosiddetto “staccare la spina”, ma piuttosto lo vivono come un’occasione di arricchimento personale, con la possibilità di lavorare sulla propria crescita personale. La gratificazione che traggono da questo atto di amore verso sé stessi è pressoché immediata.

Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina


Potremmo anche elencare le caratteristiche tipiche dei turisti culturali, ma non mi piace fare generalizzazioni. Diciamo però che il turista culturale si contraddistingue dal quello “classico” per il suo desiderio di scoprire e vivere il territorio nella sua autenticità ed è verosimile che prima di partire abbia anche studiato la sua destinazione, per sapere come sperimentarla al meglio. Quindi, si tratterà di una persona con una certa passione per lo studio e la conoscenza. Generalmente questo tipo di turista non aspetta l’alta stagione per poter fare un lungo viaggio, ma preferirà concedersi piccole fughe durante tutto l’anno, evitando accuratamente la ressa. Grazie a questa pratica in Italia anche i borghi hanno cominciato a beneficiare degli effetti del turismo culturale, avendo la possibilità di promuovere il proprio territorio e la propria cultura tutto l’anno.

Qualche esempio di turismo culturale

Una branca del turismo culturale è quello esperienziale, che punta su attività che coinvolgono il turista a livello fisico, emotivo, spirituale, sociale e intellettuale. In questo modo verremo a contatto con le persone, la storia e le tradizioni del luogo, vivendo delle esperienze di vita autentiche.

Passeggiata didattica nei Giardini di Pomona a Locorotondo


Per andare un po’ più sul pratico, le esperienze della visita al Museo della Civiltà del vino Primitivo di Manduria con la degustazione dei vini oppure la passeggiata didattica nei Giardini di Pomona a Locorotondo con la guida alla conoscenza teorica e pratica dei fichi, che ti ho raccontato qui sul blog, sono esempi di pratiche legate al turismo culturale.

Allora, il turismo culturale è sostenibile?

Sì, il turismo culturale è sostenibile. Se provi a leggere le linee guida del turismo responsabile, ti renderai conto che il turismo culturale ne rispetta molte, se non proprio tutte! Infatti, come abbiamo già detto, si pone come fine ultimo di incontrare e conoscere le identità culturali di altri luoghi, di avvicinarsi ad esse con rispettosa curiosità per coglierne l’autenticità.

Si tende a prediligere la frammentazione delle vacanze con soggiorni più brevi e diluiti nel corso dell’anno, favorendo così la destagionalizzazione. Non dimentichiamo inoltre che spesso i turisti culturali prediligono anche la mobilità dolce: le ciclo-passeggiate e il cicloturismo sono un altro modello di come il turismo culturale diventa sostenibile.

Adesso ti chiedo: sapevi cosa fosse il turismo culturale? E sapevi che è sostenibile? Tu che turista sei? Fammelo sapere nei commenti e ti do appuntamento al prossimo post!

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