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Alla scoperta di Egnazia: un viaggio nella storia


 “Gnatia lymphis iratis exstructa” – Orazio

                 “Gnatia costruita sulle acque tempestose”

C’era una volta una città sulla costa pugliese. Era prosperosa grazie alla sua posizione sul Mar Adriatico. Tutti nel Mar Mediterraneo conoscevano Egnazia e molti paesi avevano relazioni commerciali con lei.


Entrata del Museo archeologco di Egnazia

Questo potrebbe essere l’inizio di una fiaba, ma a dir la verità corrisponde alla realtà. La città di Egnazia è esistita fino al X – XV secolo d.C. e la puoi visitare in Puglia, vicino Fasano, grazie al lavoro del Museo Archeologico, che l’ha riportata alla luce in collaborazione con l’Università di Bari.

Se sei pronto, iniziamo con la visita. Cominceremo con il museo e poi usciremo per vedere gli scavi della Necropoli e della città. Nel museo c’è tutta la storia di Egnazia dalle origini fino alla sua scomparsa. Vedrai reperti che risalgono al XV secolo a.C., l’età del Bronzo. Continuando la visita scoprirai come questa città e le aree circostanti si sono sviluppate e le influenze che il popolo nativo, gli Iapigi, hanno subito. Troverai, quindi, reperti che ricordano lo stile greco e più tardi i Romani. Apprenderai che qui c’era il culto orientale della Grande Madre, Cibele, e uno dei più bei pezzi della collezione, la Testa di Attis, che è anche il simbolo del museo.  Poi c’è la sezione che a me piace di più, dove ci sono i reperti orientali, la prova che questa città aveva rapporti commerciali con i paesi del Mediterraneo ed era il porto designato per partire alla volta di quelle terre. Fa attenzione all’anello d’oro: rappresenta la tomba di Cristo in Terra Santa ed è perfettamente conservato.

Testa di Attis

Anello d'oro raffigurante la tomba di Cristo in Terra Santa

Spostiamoci nella Necropoli. Nel museo hai visto alcuni esempi di corredo funebre; qui puoi farti un’idea di come fossero i tipi di tomba in questa zona: la tomba a fossa e la tomba a semi-camera. Il vero tesoro, però, è sotto il museo, la Tomba delle MelegraneÈ una tomba a camera scoperta nel 1971 durante la costruzione del museo. È decorata da affreschi e il suo nome è dato da tre melegrane, simbolo della vita ultraterrena, dipinte sulle pareti. Onestamente non avrei creduto che le porte funzionassero ancora se non le avessi viste in azione.

Necropoli del Parco archeologico di Egnazia

Ora è il momento di scoprire la città. Considera che quello che vedi è solo una parte. Infatti il resto è sotto i tuoi piedi, nascosto. A quanto pare la città si estendeva sull’intera area del museo.
Vedi quella strada lastricata? È la Via Traiana, che divideva la città in due parti: i quartieri residenziali e artigianali dagli edifici pubblici. Come sempre io finisco a pensare a come fosse vivere in questo posto nel passato. Immagina: un luogo sul Mar Adriatico con un venticello salato, il caldo sole di maggio e gente di diverse culture che partono o arrivano in città per vendere la propria merce. Riesci a vederlo?

Via Traiana nel Parco archeologico di Egnazia


La visita finisce qui. A partire dal 1 giugno sarà possibile visitare l’Acropoli, la parte più alta della città, dove sono stati trovati reperti più recenti. Sarebbe una nuova pagina della storia di Egnazia e io non vedo l’ora di leggerla.  
Per maggiori informazioni puoi visitare il sito web del Museo Archeologico di Egnazia.

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