Visitiamo uno dei tesori della Puglia, la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina: una vera galleria d'arte in una delle chiese più importanti del Salento.
Io ho un debole per le antiche cattedrali. Non sono semplicemente dei luoghi di fede, ma hanno
svolto un ruolo fondamentale nel corso
dei secoli. La costruzione di una cattedrale o di una basilica
era un segno della devozione nei confronti della Chiesa, sì, ma soprattutto un
modo per manifestare il proprio supporto al papa. Più si spendeva per rendere
una cattedrale ricca e maestosa, più importante era l’impegno tra il
committente e il Vaticano. Ecco perché molte cattedrali e basiliche sono dei
veri e propri musei ed ecco perché a me piacciono così tanto.
Alcune di esse sono talmente belle e preziose da diventare esempi unici e oggi ti parlerò di uno di loro, che si trova qui in Puglia: la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina.
Sapevo della sua esistenza, volevo visitarla, ma ancora
non mi ero decisa ad andarci. Un giorno, senza starci a pensare su e senza
troppa organizzazione, mi sono messa in macchina e ci sono andata. “È solo a un paio d’ore da qui… Che sto
aspettando?!” Ed eccomi in viaggio verso sud, mi addentro nel Salento per
raggiungere Galatina.
La Basilica si trova all’interno del centro storico, che è
zona pedonale, quindi si parcheggia l’auto e si prosegue a piedi.
La facciata della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria
Cosa faccio quando arrivo davanti a una basilica? Entro
subito? No. Lo spettacolo di solito
inizia fuori con la facciata, quindi mi prendo sempre un po’ di tempo per
avere prima uno sguardo d’insieme e lasciarmi colpire dall’impatto visivo, poi
per guardare i dettagli. Fidati: questa basilica non solo merita tutto il tempo
che le dedico, ma, se le dessi un sguardo fugace e distratto, mi precluderei
metà della bellezza che può regalare.
Eccola lì la facciata baciata dal sole del pomeriggio.
Davanti al portale centrale due leoni sorreggono le colonne; si sale per
arrivare in cima dove osano le aquile, che stanno come vedette del Cristo e dei
suoi apostoli scolpiti sull’architrave e circondati dagli intricati ricami di
pietra leccese; ancora più su, come una stella, il rosone risplende nei suoi
due cerchi di intarsi.
L'interno della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria
Si entra dal portale di sinistra, che dà nella navata
laterale. Voltandosi a destra per andare nella navata centrale, sotto l’arco,
si scorge un fazzoletto di muro affrescato. Passato l’arco, quel fazzoletto
diventa sempre più grande fino a rivelarsi un affresco che ricopre tutte le pareti della navata. Non sembrano dei
muri, ma un’unica grande tela. I
colori, le figure, le colonne e la luce sono tutti perfettamente in armonia.
Osservando i dipinti se ne comprende il significato: non sono semplici decorazioni, ma la narrazione delle vicende bibliche. Si riconoscono le scene dell’Apocalisse, Adamo ed Eva intenti ad addentare la mela, la storia di Cristo e le schiere degli angeli.
Nella zona del coro si scorge il cenotafio di Giovanni Antonio Orsini
del Balzo, mentre sulla parete laterale quello di Raimondo Orsini del Balzo: è
grazie a loro che questa chiesa è stata eretta. Alla moglie di Raimondo, Maria
d’Enghien, invece, dobbiamo la commissione degli affreschi ai maestri locali e
ad alcune maestranze della scuola giottesca e senese.
Ti stai ancora chiedendo perché dovresti visitare questa
basilica? Allora lascia che ti dia un altro paio di motivi per vederla.
La Basilica di Santa Caterina d’Alessandria è un pezzo unico in Puglia. È seconda
solo alla Basilica di Assisi. È qualcosa che non si trova da nessun’altra parte
qui in Puglia. Trovarsi in questa basilica è come visitare una pinacoteca!
Altri motivi per visitare la Basilica di Galatina
Se vogliamo vederla invece da un punto di vista più emotivo, basterebbe il solo fatto di trovarsi circondati da tanta bellezza, ma ti dico di più.
Siamo in un luogo sacro e si sente: l’ambiente è solenne, l’altezza della navata centrale, i blu, gli ori e i rossi degli affreschi, le figure qui rasserenanti, come la schiera di angeli, e qui inquietanti, nel ciclo dell’Apocalisse, risvegliano due sensazioni contrastanti: ricordano che siamo solo dei piccoli esseri umani, che devono tenere a mente che non sono esseri invincibili e risollevano l’animo grazie alla meraviglia di tutto questo splendore.
Secondo me, è questo il segno di un’opera d’arte ben riuscita, in particolare in una chiesa dallo stile romanico e gotico, e cioè, con la sua imponenza, la capacità di ricordare all’ego che non è infallibile e di accarezzare l’anima con la sua bellezza.
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