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Il festival del turismo responsabile IT.A.CÀ migranti e viaggiatori: intervista a Sonia Bregoli



Chi si occupa di turismo responsabile conoscerà il festival del turismo responsabile IT.A.CÀ migranti e  viaggiatori. Io venni a sapere di questo evento molti anni fa e ho sempre guardato con ammirazione coloro che si sono impegnati nell’impresa di portare in giro per l’Italia (essendo un festival itinerante) un evento per sensibilizzare la popolazione verso questa pratica turistica attenta alla destinazione ospitante sia nell’offerta che nella fruizione.

Ho sempre desiderato relazionarmi con gli organizzatori del festival e il caso ha voluto che l’occasione di presentasse proprio quest’anno. Ho avuto il piacere di conoscere Sonia Bregoli, che, con grande gentilezza e disponibilità, ha accettato di rispondere alle mie domande per parlare un po’ del festival e del turismo responsabile.

Innanzitutto grazie per la disponibilità! Cominciamo dall’inizio: come è nata l'idea di un festival itinerante del turismo responsabile?



Mi chiamo Sonia Bregoli e faccio parte dell’Associazione YODA dal 2005. Yoda è l’associazione che assieme a Cospe Onlus e Nexus Emilia Romagna organizza IT.A.CÀ migranti e viaggiatori festival del turismo responsabile dal 2009. In passato all’interno di YODA mi occupavo dell’organizzazione dei campi di volontariato in paesi in via di sviluppo come Palestina, Campi Profughi Saharawi, Mozambico, Romania, Bolivia, ecc… Si trattava di soggiorni di 2 settimane in cui i volontari vivevano a stretto contatti con i locali (ospiti) e durante il giorno svolgevano attività di volontariato: si andava dalla raccolta delle olive nelle famiglie in Palestina ad attività educative in una scuola speciale nel deserto dell’Algeria. Ora dal 2009 sono la responsabile coordinamento e comunicazione nazionale del festival IT.A.CÀ, nato a Bologna esattamente 12 anni fa. Col tempo il festival è cresciuto a livello nazionale fino ad arrivare in 21 territori e 11 regioni italiane, coinvolgendo oltre 700 realtà locali, nazionali e internazionali. L’idea è nata nel periodo della crisi economica che ha travolto il nostro paese e non solo nel 2008/2009 e quindi abbiamo pensato di cambiare rotta dei nostri viaggi: rimanere a casa! Non andare più dall’altra parte del mondo, ma viaggiare a casa nostra, alla scoperta del nostro meraviglioso paese. Da qui l’idea di organizzare un festival con cui poter parlare di viaggi, ma anche riflettere sui pro e i contro del viaggio, per promuovere una nuova etica del turismo che sensibilizzi la forma mentis delle istituzioni, dei viaggiatori, dell’industria turistica e degli operatori impegnati sul campo. Il festival nasce dall’idea che l’esotismo è dietro l’angolo, che per sentirsi turisti responsabili non serve partecipare a lunghi viaggi organizzati! D’altronde il turismo è quotidiano:  è esperienza e tensione verso l’altrove; il turismo non si riduce a un periodo preciso di mobilità, né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta, ma comincia molto prima e non finisce mai! Voglio sottolineare l’aggiunta nel nome del festival della parola “migrante”, perché molte persone non intraprendono un viaggio per piacere o scoperta del mondo, ma anche per cambiare la propria vita, perché costretti da guerre e/o calamità naturali e purtroppo spesso questo viaggio non arriva a destinazione! Con il festival cogliamo l’occasione per parlare di migrazioni in un’ottica positiva e di crescita collettiva.

È un progetto non solo interessante, ma anche molto ambizioso e il fatto che sia arrivato alla sua dodicesima edizione dimostra che state facendo un buon lavoro! Sicuramente questo risultato è dato anche da una comune scala di valori che accomuna chi si avvicina al festival. Quali sono i valori che muovono IT.A.CA'.?
 
Illustrazione di Giulia Gardelli

IT.A.CÀ mira a influenzare positivamente il comportamento del turista, concentrandosi su di esso come “cittadino temporaneo”. Il festival immagina un mondo in cui le persone comprendono che le dinamiche economiche, la soddisfazione del turista e la protezione dei patrimoni naturali, sociali e culturali sono indissolubilmente connessi. Un mondo in cui il turismo non condanna, ma piuttosto lascia prosperare i territori locali e le persone che li abitano. Il progetto di IT.A.CÀ si basa sui valori della sostenibilità, del rispetto, della condivisione e del benessere dei cittadini.


Sarebbe un mondo ideale! Penso che, però, la diffusione di un nuovo approccio turistico si debba raggiungere con iniziative concrete:  con quali azioni promuovete il turismo responsabile e come coinvolgete i diversi attori?

Il nutrito cartellone di eventi proposto ad ogni edizione mira a definire percorsi di promozione turistica locale in diverse città e territori nazionali, sviluppando un’immagine del territorio di sostenibilità e responsabilità. Questo risultato viene perseguito attraverso: convegni, workshop, laboratori, incontri aperti, formazione, promozione territoriale, visite guidate (trekking a piedi, itinerari in bicicletta, a cavallo, con gli asinelli e in barca), concorsi di scrittura, fotografia e illustrazione, mostre fotografiche, proiezioni, presentazioni di libri, teatro, alternanza scuola-lavoro, degustazioni a Km0 e cene esperienziali. Gli eventi del festival sono pensati come momenti d’incontro e confronto per riflettere, in chiave critica, sul concetto di viaggio e di ospitalità, sulle migrazioni e sulla cittadinanza globale, sulle disuguaglianze, sul concetto di sviluppo. Abbiamo l’opportunità, attraverso il festival, di proporre un progetto comune su larga scala, che unisce pubblico e privato.  Il festival promuove il territorio, dalla pianura alla montagna, anche con l’offerta di pacchetti turistici comprensivi di visite guidate, escursioni, degustazioni e pernottamenti in alberghi, bed & breakfast e agriturismi. 



Il festival ha una duplice veste: si configura sia come una rete di attori che, nell’alveo del turismo responsabile, interagiscono in maniera innovativa e creativa, co-progettando contenuti, metodologie di partecipazione e pratiche di comunicazione sinergiche e integrate, sia come una ‘vetrina’ promozionale degli attori stessi e della città, in grado di far emergere gli innumerevoli progetti legati al turismo sostenibile. Il tutto avviene in ottica di condivisione, co-progettazione, dialogo, sperimentazione. IT.A.CÀ è un codice aperto e inclusivo: le date, i format, i temi, le modalità di coinvolgimento dei diversi attori, i rapporti con gli stakeholder e le istituzioni, il budget vengono decisi insieme. I territori adottano il festival perché si riconoscono nei valori e sentono il bisogno di riappropriarsi del proprio territorio, facendolo dal basso e nel rispetto del genius loci, rispettando le identità e tradizioni locali, contro la pretesa di una messa in scena del territorio che non riconosce la relazione tra spettat(t)ori.

Insomma c’è un impegno totale nella promozione e nella tutela dei territori, che però lascia carta bianca a creatività e originalità. È la dimostrazione che per promuovere la poliedricità di un territorio bisogna essere altrettanto poliedrici. Quali risultati avete raggiunto finora?

I risultati che abbiamo ottenuto sono molto più grandi di quelli che ci aspettavamo: aver portato il nostro festival in altre 11 regioni oltre all’Emilia Romagna e avere per questa edizione 2020 ben 21 tappe è un enorme risultato, perché vuol dire che i nostri principi sono condivisi e che stiamo lavorando nella giusta direzione.

Sono risultati di cui andare fieri. Ora, dato che operate in questo ambito da molto tempo, secondo voi qual è il futuro del turismo responsabile?


Secondo noi il futuro del turismo responsabile è assolutamente tutto in crescita. Ormai le logiche del turismo di massa stanno sempre di più fallendo e  adesso stiamo pagando le conseguenze dello sfruttamento senza regole che il turismo di massa ha fatto in questi anni! Siamo inoltre sempre più obbligati a cambiare le nostre azioni: l’ambiente ci sta dicendo ogni giorno, che se non iniziamo a muoverci su altri sentieri, arriveremo a una rottura definitiva con la nostra terra. Intraprendere perciò vie alternative sostenibili e responsabili migliorerà la nostra vita, il nostro ambiente e le nostre relazioni. Seguendo la definizione di AITR, “il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”.

Il fatto che queste buone pratiche si stiano diffondendo e promettano di svilupparsi sempre più è un’ottima notizia. Andando un po’ più nello specifico, allo stato attuale a che punto si trova la diffusione del turismo responsabile in Italia?

Attualmente in Italia il turismo responsabile sta crescendo di anno in anno; c’è sempre più consapevolezza del proprio patrimonio artistico, storico, ambientale e che c’è assolutamente bisogno di preservarlo. C’è un ritorno alla terra e alla voglia di vivere bene, di ricreare relazioni vere, di vivere emozioni profonde con l’ambiente attorno a noi. Vediamo il boom degli itinerari a piedi, di percorsi in bici, la riapertura di vecchie vie, la nascita di cooperative di comunità per contrastare l’abbandono dei vecchi borghi, l’amore verso le vecchie e nuove forme di mobilità sostenibile, ma anche la scelta di strutture ricettive che seguono principi di sostenibilità. Noi crediamo che il turismo responsabile crescerà sempre di più nei numeri se crescerà anche la coscienza di noi cittadini, viaggiatori, operatori e istituzioni, comprendendo che bisogna cambiare le dinamiche del mercato se vogliamo sopravvivere e preservare la nostra bellezza.

 È una vera soddisfazione vedere che il proprio lavoro dà i frutti sperati. Sappiamo, però, che in ogni situazione c’è sempre un rovescio della medaglia, per cui domando: secondo voi quali sono i maggiori ostacoli a uno sviluppo turistico responsabile?

Sono l’accessibilità, la mancanza di direttive politiche uguali per tutti, il profitto di pochi su larga scala, la malavita, le scelte delle persone, la scarsità di rispetto per la nostra storia, l’ignoranza di chi non vuole capire.

Per concludere, dopo tutte le attività svolte e i successi raggiunti, cosa possiamo aspettarci per il futuro da IT.A.CÀ.?


L’idea è quella che il festival possa arrivare in tutta Italia e anche all’estero, che sempre più persone possano condividere assieme a noi quei principi che sopra vi ho indicato e che possa diventare una buona pratica per tante situazioni locali, realtà del settore e non solo. Invitiamo tutti quanti a mettersi in viaggio con noi, ma, come sempre diciamo a tutti i nostri amici viaggiatori e amiche viaggiatrici: “Il viaggio responsabile parte da casa e arriva a casa, una qualsiasi casa, una qualsiasi Itaca da raggiungere, dove più che la meta, conta il percorso e il modo in cui ci si mette in cammino…”

Per maggiori informazioni riguardo al festival puoi visitare il sito www.festivalitaca.net

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The Festival of Responsible Tourism IT.A.CA' migranti e viaggiatori: intervista a Sonia Bregoli




Those who deal with responsible tourism surely know the festival of responsible tourism IT.A.CÀ migranti e viaggiatori. I came to know about this event many years ago and have always looked with admiration those who have undertaken the deed to bring around Italy (being an itinerant festival) an event to sensitize the population to this tourist practice aware of hosting destinations both in offer and in fruition.

I’ve always wanted to relate with the organizers of the festival and have had the chance right this year. I had the pleasure to meet Sonia Bregoli, who, with kindness and availability, accepted to answer my questions to talk a bit about the festival and responsible tourism.

First of all, thank you for your time! Let’s start from the beginning: how did the idea of an itinerant festival of responsible tourism come into being?

I’m Sonia Bregoli and am a member of AssociationYODA since 2005. Yoda is the association that organizes IT.A.CÀ. migranti e viaggiatori festival del turismo responsabile (IT.A.CÀ. migrants and travelers festival of responsible tourism) since 2009 with Cospe Onlus and Nexus Emilia Romagna. Previously, within YODA, I dealt with the organization of work camps in developing countries as Palestine, Saharawi refugee camps, Mozambique, Romania, Bolivia, etc… They were stays of 2 weeks where the volunteers lived closely with locals (hosts) and during the day they made voluntary work: they could do things that went from olive harvest in families of Palestine to educational activities in a special school in Algerian desert. Now, since 2009, I’m the responsible of coordination and national communication of the festival IT.A.CÀ. , born in Bologna exactly 12 years ago. Over the years, the festival has developed at national level reaching 21 territories and 11 Italian regions, involving more than 700 local, national and international realities. The idea came during the years of the economic crisis that overwhelmed our country and not only in 2008/2009 and, so, we thought to change the course of our travels: staying at home! Not going to the other side of the world anymore, but travelling in our place, discovering our wonderful country. Here the idea of organizing a festival in which we can talk about travel, but also reflect on the pros and cons of travel in order to promote a new ethic of tourism that sensitize the mindset of institutions, travelers, tourist industry and the operators involved in the field. The festival comes from the idea that exoticism is right around the corner, that you don’t need to participate to long organized tours to feel like a responsible tourist! After all tourism is something quotidian: it's an experience and a stress toward the elsewhere; tourism is not just a precise period of mobility, it doesn’t end when we reach the destination, but it begins much earlier and never ends! I want to underline the addition to the name of the festival of the word “migrants”, because many people don’t go on a journey just for fun or to discover the world, but also to change their own life, because they’re obliged by wars and/or natural disasters and, unfortunately, often they never reach the destination. With the festival, we take the moment to talk about migrations in a positive light and from a point of view of collective growth.

It’s  not only an interesting project, but also very ambitious and the fact that it’s come to its 12th edition shows that you’re doing a good job! Surely, this result is given also by a common scale of values that unites those who approach the festival. Which are the values that move IT.A.CÀ.?

Illustration by Giulia Gardelli

IT.A.CÀ. wants to influence positively the behavior of tourists, focusing on them like “temporary citizen”. The festival imagines a world where people understand that economic trends, the satisfaction of tourist and the protection of natural, social and cultural heritage are inextricably connected. A world where tourism is not a condemnation, but, on the contrary, it lets local territories and people who live there flourish. The project IT.A.CÀ. is based on the values of sustainability, respect, sharing and the wealth of citizens.

It would be an ideal world! I think that the diffusion of a new tourist approach should be reached with practical initiatives: which actions do you promote responsible tourism with and how do you involve different actors?

The rich program of events proposed every edition wants to define some paths of local tourist promotion in different towns and national territories, developing an image of the territory of sustainability and responsibility. This result is achieved through: conferences, workshops, open meetings, education, territorial promotion, guided visits (hiking, bike tours, horse tours, donkeys tours and boat tours), writing , photography, design contests, tasting km0 and experiential dinners. The events of the festival are thought as moments of meeting and confrontation to reflect, critically, about the concept of travel and hospitality, about migrations and global citizenship, about inequalities, about the concept of development. Through the festival, we have the possibility to propose a common large-scale project that puts together public and private. The festival promotes the territory, from valley to mountain, also with the offer of tourist packages including guided visits, excursions, tasting and overnight stays in hotels, bed & breakfasts and farmhouses.   


The festival has a double role: it’s configured both as a network of actors that, in the field of responsible tourism, interact in an innovative and creative way, co-designing contents, methodologies in participation and synergistic and integrated communication practices and a promotional “showcase” of the actors themselves and the town, which is able to make several projects linked with sustainable tourism emerge. Everything happens in a view of sharing, co-designing, dialogue and experimentation. IT.A.CÀ. is an open and inclusive code: dates, formats, themes, how to involve different actors, relationships with stakeholders and institutions, budget are decided together. Territories adopt the festival because they identify themselves with the values, because they feel the need to reappropriate their territory, making it respecting the genius loci, respecting local identities and traditions, against the pretence of a staging of the territory that doesn’t recognize the relationship between specta(c)tors.

So, there’s a total effort in the promotion and the protection of territories, that, however, gives carte blanche to creativity and originality. It’s the demonstration that in order to promote the versatility of a territory, we need to be equally versatile. What results have you reached until now?

The results we have obtained are bigger than we expected: having brought the festival in other 11 regions beyond Emilia Romagna and having, for this edition 2020, 21 stops is a huge result, because it means that our principles are shared and that we’re going in the right direction.

You can be proud of these results. Now, since you’ve worked in this field for a long time, according to you, what is the future of responsible tourism?


According to us, the future of responsible tourism is growing. The rationales of mass tourism are going to fail and we are still suffering the consequences of the  exploitation without rules done by mass tourism in these years. Besides, we’ll be forced to change our actions: the environment tells us every day that we’ll face a definite break with our earth if we don’t start to move on different paths. Therefore, going on sustainable and responsible ways will improve our life, our environment and our relations. Following the definition of AITR “ responsible tourism is the tourism done according to the principles of social and economic justice and respecting environment and cultures. Responsible tourism recognizes the centrality of hosting local community and its right to be the main character in the sustainable and socially responsible tourist development of its territory. It works encouraging the positive interaction among tourist industry, local communities and travelers”.

That’s great news that these good practices are spreading and promise to develop even more. Being more specific, at the moment, what stage has been reached in the diffusion of responsible tourism in Italy?

At the moment, in Italy, responsible tourism is growing year by year. There’s more and more awareness of our artistic, historical and environmental heritage and that we need to preserve it. There’s a return to land and to the desire of living a good life, of recreating true relationships, of living deep feelings with the environment around us. We see a boom of walking tours, bike tours, the reopening of old routes, the birth of community cooperatives to combat the abandonment of old villages, the love for old and new ways of sustainable mobility, but also the choice of accommodation facilities that follow the principles of sustainability. We believe that responsible tourism will grow even more if there will be a growth in the consciousness of citizens, travelers, operators and institutions, understanding that we need to change the market dynamics if we want to survive and to preserve our beauty.

It’s a real satisfaction to see that your work brings the hoped-for fruits. We know, however, that in any situation there’s always a downside, so, I ask: according to you, what can be the main obstacles to a responsible tourist development?

They are accessibility, the lack of political guidelines equal for everyone, the profit of few on large scale, gangland, people’s choices, the lack of respect for our history, the ignorance of those who don’t want to understand.

In conclusion, after all the activities carried out and the successes achieved, what can we expect for the future from IT.A.CÀ.?


The idea is that the festival could be spread throughout Italy and also abroad, that more and more people could share with us those principles I’ve indicated above and that it could become a good practice for many local situations and realities of the fields and not only. We invite everybody to travel with us, but, as we always say to our fellow travelers: “Responsible travel starts from home and arrive home, any home, any Itaca to be reached, where the path and the way in which we start the journey matter more than the destination.       

For further information about the festival you can visit the website www.festivalitaca.net

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