I motivi per cui si viaggia sono innumerevoli, si sa. Si
viaggia per conoscere cose nuove, lontane dai nostri luoghi, per studio, per
lavoro, per partecipare a eventi.
La mia prima volta a Bologna
non avrei mai pensato che sarebbe stata per quest’ultimo motivo, per
partecipare a un evento, uno stage di aikido per la precisione. Non sono questi
tipi di viaggi che preferisco fare: la maggior parte delle volte hai pochissimo
tempo libero a disposizione. Nel mio caso lo stage occupava un giorno e mezzo
del fine settimana. Non puoi prolungare il tuo soggiorno, perché devi tornare al
lavoro. Ti riduci a sfruttare quella mezza giornata prima di riprendere il
treno verso casa per dare uno sguardo alla città ospitante. Non è esattamente
nel mio stile fare visite “mordi e fuggi”, ma sarebbe comunque un peccato non
sfruttare quel poco tempo che abbiamo. Diciamo che si può considerare un assaggio
che ci farà venir voglia di tornare. Quindi, sì, la mia prima volta a Bologna
non è stata soddisfacente: 6 ore di intenso aikido e camminare a lungo con a
seguito una valigia hanno tolto buona parte delle energie alla visita. In
questi casi la cosa migliore è darsi delle priorità: la mia era di vedere i
simboli principali della città. Ecco dunque cosa, secondo il mio modesto
parere, dovrebbe vedere di Bologna qualcuno che la visita per la prima volta e
ha a disposizione solo una domenica pomeriggio.
BASILICA DI SAN
PETRONIO
La metto al primo posto solo perché verso le 19.00 chiude e,
se la vuoi vedere all’interno, bisogna darle la precedenza. È uno degli ultimi esempi di
architettura tardo gotica italiana. Venne fatta costruire nel 1390, ma non per
volontà ecclesiastica, bensì civica. L’intento era quello di erigere un simbolo
degli ideali comunali di libertà e autonomia.
È
incompiuta e lo si evince soprattutto dalla facciata. In realtà il rivestimento
avrebbe dovuto coprirla interamente, non solo metà. All’interno ci sono un paio
di “cosette” davvero degne di nota. La meridiana
di Cassini è una di queste. Avevo già visto una meridiana nella cattedrale
di Palermo, ma questa è la più grande del mondo con i suoi 66,8 metri. Venne
battezzata “eliometro”, perché grazie ad essa l’astronomo Cassini riuscì a
misurare il diametro del Sole, avendo così conferma della seconda legge di
Keplero.
Nelle navate laterali si trovano quattro croci. La tradizione le vede poste su delle antiche colonne
di epoca romana ad opera di Sant’Ambrogio o San Petronio tra il IV e il V
secolo fuori dalla prima cerchia di mura di selenite a difesa spirituale della
città. Nel corso dei secoli hanno subito dei rinnovi: quelle attuali risalgono
al X – XII secolo.
Degli elementi gotici la basilica conserva lo slancio verso
l’alto dei pilastri e le bellissime vetrate colorate, ma mancano i tipici
elementi figurativi di tensione propri dello stile gotico, a favore di una maggiore
spazialità.
PIAZZA MAGGIORE
Ci siamo già. Uscendo da San Petronio è proprio di fronte a
noi. Tutto intorno ci sono il Palazzo dei Notai, Palazzo d’Accursio, Palazzo
del Podestà e il Palazzo dei Banchi. Realizzata nel 1200, il suo scopo era
quello di esaltare l’importanza dell’istituzione comunale e riunire le attività
cittadine.
Come in tutte le città universitarie anche Bologna ha i suoi
veti per gli studenti che vogliono arrivare alla laurea. Pare che tra questi ci
sia il non attraversare il centro della piazza. Non avendo più di che preoccuparmi dal punto di
vista accademico, mi sono permessa tagliare con decisione la piazza,
dirigendomi verso…
LA FONTANA DI NETTUNO
La prima volta che ho
visto questa fontana è stata in una foto che ritraeva la mia diciottenne mamma
in gita scolastica in questa città. Il mio obiettivo era riprodurre la stessa
foto. Che romanticona!
Questa fontana venne fatta erigere per glorificare il
governo pontificio di papa Pio IV nel 1566. Pare che Giambologna, uno degli
artisti ingaggiati nell’impresa, volesse realizzare i genitali della divinità
più grandi. Per evitare di essere ammonito per tale scelleratezza, lo scultore
disegnò la statua in maniera tale che, guardata da una particolare angolazione,
il pollice della mano alzata desse l’impressione di essere proprio un fallo
eretto. L’angolazione incriminata è
segnalata dalla “pietra della vergogna” nella pavimentazione di Piazza Nettuno.
Questa fontana venne utilizzata praticamente subito dai
bolognesi per scopi pratici. Allora avremmo trovato venditori di ortaggi che
approfittavano delle acque per lavare i loro prodotti o lavandaie che facevano
il bucato. Neanche l’introduzione di sanzioni impedì al popolo di utilizzare la
fontana. Purtroppo venne usata anche come vespasiano, motivo per cui si decise
di recintarla. La recinzione venne rimossa nel 1888.
LA TORRE DEGLI
ASINELLI E DELLA GARISENDA
È noto
che Bologna un tempo era disseminata di torri con scopo sia militare che
gentilizio. Queste sono fra le più famose rimaste. La torre della Garisenda è
la più piccola con i suoi 48 metri; quella degli Asinelli è la maggiore e
raggiunge i 98 metri. È
possibile visitare quest’ultima, ma è importante tenere a mente che è
obbligatoria la prenotazione tramite il sito internet della torre, poiché le
visite sono organizzate per fasce orarie (inutile dire che questo è il motivo
per cui io l’ho vista solo dall’esterno).
Questo è quello che sono riuscita a vedere nelle poche ora
che avevo a disposizione. Voglio aggiungere che io ho preferito spostarmi a
piedi così da avere la possibilità di farmi un’idea del centro bolognese. Forse
ci avrò messo più del necessario, ma girare a piedi mi aiuta a creare un’immagine
più concreta della città in cui mi trovo e, inoltre, il pericolo in incontrare
zone a traffico limitato non è un problema.
Adesso che sto scrivendo questo post mi è venuta voglia di
tornare a Bologna per scoprire tutto quello che mi sono persa e, diciamolo
pure, rivedere con più attenzione e senza fretta quello che ho già visto.
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