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Viaggio nei luoghi del cuore: Corenno Plinio



Dedicato a mia nonna


Per tutta la vita ho desiderato vedere i luoghi di origine di mia madre e della sua famiglia. Mia madre viene dalla Lombardia, dal lago di Como. Ho vissuto la mia infanzia (e anche oltre) accompagnata dai racconti appassionati e nostalgici della vita sul lago ai tempi in cui mia nonna era ragazza e delle estati avventurose della gioventù di mia madre. Col tempo il lago di Como per me ha assunto una connotazione quasi fiabesca: non è un posto geograficamente localizzato, ma un luogo del cuore, sospeso in una dimensione onirica e speciale, che lo circonda e custodisce.

Dopo trent’anni sono riuscita a organizzare un viaggio nelle vicinanze “del Lago” e a programmare una giornata in quella parte di sponda che ha dato i natali a mia madre e mia nonna. E così ho lasciato per poco l’amata Puglia per scoprire l’altra parte delle mie origini.


Il lago è proprio come me lo sono sempre immaginato: un paesaggio da cartolina con uno specchio d’acqua in cui si riflettono le montagne che lo incorniciano.

Mia nonna nacque nel borgo di Corenno Plinio, un posto che sembra l’illustrazione di un libro di fiabe. Ne riconosco il piazzale dove lascio l’auto, perché l’ho visto su Google Street View, accanto alla chiesa di S. Tommaso di Canterbury. Da bambina la nonna giocava qui davanti e quasi riesco a vederla correre, con il taglio di capelli “a scodella”, spensierata in questo luogo ameno.


Come tutti i visitatori fotografo i monumenti funebri degli Andreani, i signori del luogo, posti sul sagrato della chiesa: la nonna racconta ancora con stupore e anche un certo fare dubbioso di tutta quella gente che fotografava queste arche. All’interno della chiesa i resti dei dipinti originali rivelano l’epoca medievale a cui l’edificio risale. Scatto foto col pensiero di mostrarle alla nonna al mio ritorno.


Esco e prendo una scalotta : gradino dopo gradino scendo verso il lago.

Incontro la fontanella da cui un tempo si andava a prendere l’acqua. Ai tempi della nonna c’era anche un cartello che intimava di NON LORDARE.


Corenno bagna i piedi direttamente nel lago. C’è una calma rigenerante qui; ogni scorcio è una fotografia: le case di pietra a picco sull’acqua, le barchette nella darsena, le anatre che scivolano sull’acqua e le montagne custodiscono il tutto. I dolci raggi del sole smorzano il freddo sul viso e mi godo questo posto, che sembra uscito da uno dei miei sogni fantastici. Corenno è un piccolo borgo, ma tanto bello che ogni minimo particolare è una scusa per ritardare il momento di lasciarlo. È una di quelle volte in cui la realtà rispecchia l’immagine mentale che mi ero creata e ora capisco lo sguardo sognante che mia nonna e mia madre hanno quando parlano di questi luoghi.   





Commenti

  1. Realizzare un sogno a lungo accarezzato è una cosa meravigliosa, se poi l'originale supera ogni più rosea aspettativa ha dell'incredibile. Complimenti. Ciao

    Tra monti, mari e gravine

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