La festa di Halloween è diventata uno degli
appuntamenti più attesi di ottobre da qualche tempo a questa parte, complice la
globalizzazione e la grande influenza esercitata dai film americani. È un momento un po’ controverso qui in
Italia, in cui si fronteggiano i sostenitori della festa e coloro che sono
contrari, rivendicando le proprie tradizioni e scagliandosi contro il
consumismo. Potrei essere d’accorso con l’accusa di eccessivo consumismo, ma
per quanto riguarda le tradizioni direi che la faccenda è un po’ più
articolata. Io, che non so dire di no ai perché di determinate usanze che
affiorano nella mia testa, ho fatto qualche ricerca, scoprendo cose
interessanti che a volte hanno poco a che fare con la festa attuale.
In realtà
Halloween deriva da una festività antichissima celebrata dei Celti in Irlanda, il Samhain. Era anche considerata il capodanno celtico. Il 31 ottobre veniva
festeggiata la fine dell’estate, del tempo di ricchezza, in cui si era lavorato
per far scorta per l’inverno, periodo del freddo e dell’oscurità (per via delle
giornate più corte) e di preparazione del terreno per le future coltivazioni.
Il tema della festa era sì la morte, ma in relazione alla natura, che comunque
si rinnova sottoterra.
Il 31
ottobre, però, succedeva anche un’altra cosa: cadeva quella barriera che divide
il regno dei morti da quello dei vivi. Questo voleva dire che i defunti, per
quella notte, avrebbero potuto unirsi ai viventi nella festa: una credenza che,
in qualche maniera, esorcizzava la paura della morte e degli spiriti unendola con
l’allegria dei festeggiamenti per la fine dell’anno. In questa occasione ci si
incontrava nelle radure dei boschi o sulle colline per accendere il Fuoco Sacro e venivano offerti dei
sacrifici (non umani!). Poi si tornava ai villaggi indossando maschere grottesche illuminati da
lampade alimentate dalle braci del Fuoco Sacro. Ed ecco la tradizione del
travestimento.
Sempre in
Irlanda, si lasciavano fuori dalla porta delle lanterne e del cibo per le anime
dei defunti, così che si rifocillassero senza fare scherzi ai vivi (ed ecco “trick
or treat?”). Mi ricorda molto la tradizione pugliese legata alla festa.
Questo
accadeva prima che facesse la sua comparsa il Cristianesimo e trasformasse il Samhain nella festa di Ognissanti.
La prima
celebrazione di questa festa avvenne a Roma
il 13 maggio 609 d.C. per la consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria.
Faccio notare che anche l’antica festa dei morti romana, la Lemuria, si
festeggiava a maggio e quando i Romani sbarcarono sulle isole britanniche e
vennero a contatto con il Samhain, non poterono fare a meno di associare le due
festività.
Ma allora
perché adesso anche noi festeggiamo Ognissanti a novembre?
Per il
semplice fatto che le tradizioni sono dure a morire! Anche in Italia c’era il
paganesimo e molte zone vennero occupate da popoli del nord che, ovviamente,
portavano anche tutto il loro bagaglio culturale. Basti pensare che in Puglia
ci sono tradizioni e consuetudini provenienti da usi e costumi longobardi e
normanni, per esempio.
Non
riuscendo estirpare il Samhain, il Cristianesimo lo sostituì con la festa
d’Ognissanti, il primo novembre, in inglese All Hallows’ Day. Ma i festeggiamenti iniziano il 31, la vigilia,
quindi All Hallows Eve -- > Halloween.
Questo è un
discorso generale sulla festa. Va da sé che ogni luogo ha la sua tradizione
particolare. Nel mio paese, Massafra, per esempio, si racconta che la notte del
31 ottobre le anime dei morti tornino sulla terra e camminino lungo la “via
maggiore” (la strada principale del centro storico) e si rechino nelle chiese
per celebrare la messa dei morti.
Devo essere
sincera: conoscere le origini di questa festa adesso me la fa vedere con occhi
diversi.
E ovviamente
ci sono anche le pietanze per occasione. Vi lascio qui il link di un vecchio
post in cui ho proposto la ricetta di due dolci tipici della festa
d’Ognissanti, le Ossa dei morti e il grano cotto. Se ne conoscete altre, condividetele!
Anche qua in Sardegna, quella notte, i morti tornano per mangiare a casa dei propri cari. Allora, si imbandisce la tavola per accoglierli durante la notte :)
RispondiEliminaE' proprio vero che tutto il mondo è paese! :D Mi diverto tantissimo a scoprire differenze e affinità tra le varie zone d'Italia e non solo. Grazie per il commento Vale! Un abbraccio!
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